Il pianista, l’elegante Pietro De Maria, non manca né di virtuosismo né di delicatezza e il suo mordente fa meraviglie nel terzo movimento [del Concerto op. 54 di Schumann], superbamente eloquenteIl pianista, l’elegante Pietro De Maria, non manca né di virtuosismo né di delicatezza e il suo mordente fa meraviglie nel terzo movimento [del Concerto op. 54 di Schumann], superbamente eloquente, notevole per la pulsazione e per il rilancio tra solista e orchestra.
Questo brio non esclude né il senso della dinamica (notevolmente sottile in tutto il Concerto), né quello della forma. Insomma, la serata è semplicemente vivificante: la musica vibra con un’intensità non comune e si avrebbe torto storcendo il naso.
Il pianista, l’elegante Pietro De Maria, non manca né di virtuosismo né di delicatezza e il suo mordente fa meraviglie nel terzo movimento [del Concerto op. 54 di Schumann], superbamente eloquenteIl pianista, l’elegante Pietro De Maria, non manca né di virtuosismo né di delicatezza e il suo mordente fa meraviglie nel terzo movimento [del Concerto op. 54 di Schumann], superbamente eloquente, notevole per la pulsazione e per il rilancio tra solista e orchestra.
Questo brio non esclude né il senso della dinamica (notevolmente sottile in tutto il Concerto), né quello della forma. Insomma, la serata è semplicemente vivificante: la musica vibra con un’intensità non comune e si avrebbe torto storcendo il naso.