Sono...interpretazioni di fortissima personalità, che denotano una maturità capace di proporre, con piena consapevolezza, una propria cifra originale. Delle Ballate...De Maria restituisce il respiro lirico e insieme il senso narrativo con intensità sfolgoranteInterprete di vasti interessi, Pietro De Maria suona qui le quattro Ballate e gli altrettanti Improvvisi di Chopin, composizioni capitali della letteratura pianistica. Sin dal primo ascolto si coglie che le esecuzioni sono l’esito di un lavoro approfondito sui testi, un lavoro che deve aver richiesto tempo, dedizione e molte riflessioni. Se poi ci si addentra fra le pieghe dell’interpretazione con attenzione analitica, non si potrà che apprezzare la qualità che la sottende e l’alimenta da cima a fondo.
Sembra non esserci aspetto, dallo stacco dei tempi alla flessibile condotta agogica nel corso dei pezzi, dalla tornitura del fraseggio alle più minute sfumature di timbro e di tocco, dal trattamento della tessitura e del gioco delle parti all’impiego del rubato, che non sia stato oggetto di meditate - forse anche sofferte - considerazioni fino alla soluzione prescelta. Eppure, nonostante la presenza chiaramente percepibile di questo studio meticoloso, le esecuzioni non hanno alcunché di costruito e di artificioso, ma sprigionano, al contrario, un rapinoso senso di libertà e di freschezza.
Sono, in ogni caso, interpretazioni di fortissima personalità, che denotano una maturità capace di proporre, con piena consapevolezza, una propria cifra originale. Delle Ballate soprattutto, tra momenti di trasognata poesia e accensioni tanto improvvise quanto tumultuose ( o talora perfino violente fino a sfiorare l’intemperanza), De Maria restituisce il respiro lirico e insieme il senso narrativo con intensità sfolgorante.
Cesare Fertonani, Amadeus, aprile 2008.
Sono...interpretazioni di fortissima personalità, che denotano una maturità capace di proporre, con piena consapevolezza, una propria cifra originale. Delle Ballate...De Maria restituisce il respiro lirico e insieme il senso narrativo con intensità sfolgoranteInterprete di vasti interessi, Pietro De Maria suona qui le quattro Ballate e gli altrettanti Improvvisi di Chopin, composizioni capitali della letteratura pianistica. Sin dal primo ascolto si coglie che le esecuzioni sono l’esito di un lavoro approfondito sui testi, un lavoro che deve aver richiesto tempo, dedizione e molte riflessioni. Se poi ci si addentra fra le pieghe dell’interpretazione con attenzione analitica, non si potrà che apprezzare la qualità che la sottende e l’alimenta da cima a fondo.
Sembra non esserci aspetto, dallo stacco dei tempi alla flessibile condotta agogica nel corso dei pezzi, dalla tornitura del fraseggio alle più minute sfumature di timbro e di tocco, dal trattamento della tessitura e del gioco delle parti all’impiego del rubato, che non sia stato oggetto di meditate - forse anche sofferte - considerazioni fino alla soluzione prescelta. Eppure, nonostante la presenza chiaramente percepibile di questo studio meticoloso, le esecuzioni non hanno alcunché di costruito e di artificioso, ma sprigionano, al contrario, un rapinoso senso di libertà e di freschezza.
Sono, in ogni caso, interpretazioni di fortissima personalità, che denotano una maturità capace di proporre, con piena consapevolezza, una propria cifra originale. Delle Ballate soprattutto, tra momenti di trasognata poesia e accensioni tanto improvvise quanto tumultuose ( o talora perfino violente fino a sfiorare l’intemperanza), De Maria restituisce il respiro lirico e insieme il senso narrativo con intensità sfolgorante.
Cesare Fertonani, Amadeus, aprile 2008.